Kcal x 100gr: 79
Allergeni: -
Stagionalità: Estate
Alimentazioni: Onnivora, Vegetariana, Vegana, Fruttariana, Crudista
Le giuggiole sono i frutti dell'albero del giuggiolo, scientificamente noto come Ziziphus jujuba, volgarmente noto anche come zizzolo o dattero cinese. Questa pianta sembra abbia origini africane, più precisamente dell'Africa centrale e settentrionale e anche della Siria. Da lì è stato poi esportato in Cina e India; in Italia arrivò grazie ai romani che lo importarono.
Il giuggiolo si presenta solitamente come albero ed è molto longevo, arriva persino ai 200 anni di vita, questo è dovuto al fatto che le sue radici scendono molto in profondità alla ricerca di acqua resistendo così ai periodi di siccità, caratteristica tipica di specie originarie di zone del mondo a scarsa umidità come appunto l'Africa centrale. La cosa semmai particolare è che ha la capacità, a differenza di altre specie simili, di resistere anche ad inverni rigidi e a temperature che possono arrivare fino ai -15 °C.
Come accennavo le giuggiole sono il frutto di questa pianta, queste si presentano di forma simile a quelle dei datteri anche se di dimensioni inferiori. Grandi quanto un'oliva, presentano una polpa carnosa che contiene al suo interno un unico seme.
Una volta mature le giuggiole presentano una buccia rugosa e color porpora mentre la polpa è di color giallo. Il sapore cambia a seconda del grado di maturazione, se consumate acerbe, infatti, le giuggiole hanno un sapore simile a quello della mela mentre maturando diventano sempre più dolci assomigliando sempre più anche nel sapore ai datteri.
Le giuggiole si possono trovare in commercio, anche se sono un alimento piuttosto raro, sia fresche che essiccate o sotto spirito alla stregua dei datteri.
Si tratta di una pianta mellifera, molto apprezzata dalle api anche se data la scarsità di esemplari sul territorio è difficile ottenere un miele di sole giuggiole.
In Veneto, le giuggiole sono impiegate nella realizzazione del famoso Brodo di Giuggiole, una bevanda la cui ricetta originaria sembra risalire al Rinascimento, in particolare presso la corte dei Gonzaga. Si tratta di un infuso di giuggiole e frutta autunnale, i frutti vengono fatti macerare per almeno due mesi ed il grado alcolico derivante, di circa 24%vol, è dovuto alla fermentazione e scomposizione degli zuccheri naturali della frutta.
Questa bevanda veniva servita in accompagnamento ai dolci a fine pasto ed era talmente apprezzata da dar vita al famoso detto “andare in brodo di giuggiole” come ad indicare uno stato di massimo piacere.
Questo non è l'unico impiego che si fa delle giuggiole, con queste, infatti, è possibile realizzare ottime marmellate e composte nonché aromatizzare grappe o produrre dei biscotti tipici alle giuggiole che oltre alle giuggiole, hanno la particolarità di avere tra gli ingredienti anche la farina di mais da polenta.
In particolare nella medicina cinese le giuggiole sono utilizzate per combattere alcuni disturbi tra i quali l'astenia, la depressione ma anche il nervosismo e l'irritabilità. Sembra, infatti, che il contenuto naturale di saponosidi renda questo alimento ipnotico e soporifero.
Inoltre, la presenza di antrachinoni, fa si che le giuggiole possano vantare un blando effetto lassativo, aiutando coloro che hanno problemi di gonfiore addominale e stipsi.
Essendo prevalentemente composte di zuccheri semplici, il consumo delle giuggiole è da valutare con attenzione nei soggetti che soffrono di diabete e anche in diete con una limitazione calorica, l'assunzione di questi frutti è da gestire con oculatezza.