Che buono che è il capriolo in salmì! Una ricetta gustosa che fa venire subito in mente uno chalet di montagna! Questo infatti è un secondo piatto che ho avuto modo di assaggiare durante un mio soggiorno in Friuli, terra dal grande fascino e con una straordinaria proposta culinaria.
Ma sapete cos'è il salmì?
La parola salmì deriva dal termine francese "salmis", e sta proprio a significare "piatto di carne di caccia in salsa". La nobiltà di epoche oramai lontane, prese in prestito proprio dalla cucina francese questa tecnica che man mano si diffuse a macchia d'olio. Questo tipo di intingolo si usa sopratutto per cucinare la carne così detta nera, come il capriolo e la selvaggina in generale. Proprio perché questo tipo di carne ha un sapore molto forte, che ad alcune persone da fastidio, si usa marinarla in aceto e vino per almeno due giorni in modo che il sentore di selvatico venga in parte neutralizzato e ciò succede anche per la presenza delle erbe aromatiche, ma la marinatura ha anche un'altra funzione, ovvero quella di rendere più tenera la carne stessa.
Volete sapere come fare il capriolo al salmi?
Se siete degli appassionati di cucina questa è la ricetta giusta per voi! Questo è un gran piatto che almeno una volta nella vita si deve assaggiare!
Quando volete realizzare la ricetta del capriolo al salmi, mettete a marinare la carne nel vino e aceto, almeno due giorni, insieme alle verdure affettate ed al trito odoroso.
In un tegame di terracotta, scaldate il burro e l'olio; qui rosolatevi i pezzi di capriolo tolti dal bagno; nel frattempo, passate al setaccio la marinatura, poi mettetela in una casseruola, a fuoco basso, per restringerla.
Di seguito, versatela sopra la carne, coprite e proseguite nella cottura (non meno di due ore e mezzo). Servite la vivanda caldissima, ricoperta dal sugo.